Non avendo notizie certe circa la data della costruzione del campanile, si presume da notizie d’archivio, che la data di edificazione risalga al finire del 1600. E’ una salda costruzione in pietra dai muri massicci, ma di snella forma quadrangolare, con un perimetro di base di 18 m ed un’altezza di 23,70 m (foto 1). Nella cella campanaria sono alloggiate due grosse campane (foto 2) datate anno 1812. L’esistenza di un capitello in pietra sporgente dallo stipite di uno dei finestroni, denuncia la presenza, in tempi antichi, di una terza campana di piccole dimensioni usata per indicare l’Angelus o l’Ave Maria. La cella campanaria prende luce da quattro ampi finestroni con archi in cotto a tutto sesto ed è dotata di un orologio a movimento elettrico che oggi sostituisce il vecchio orologio meccanico pregevole manufatto toscano costruito completamente in ferro battuto del XVIII sec., che è ancora ben visibile in una bacheca collocata nella Cappella della Visitazione adiacente alla chiesa (foto 4). Nell’agosto del 1928 fu fatta rifondere la campana maggiore lesionata da un fulmine (foto 5). Il costo del lavoro, sostenuto dalla Pro-Loco di allora, ammontò a 4.192 Lire. Il cortile del Cocchi fu il centro di raccolta del bronzo e del rame destinato alla riparazione della settecentesca campana (foto 6). Le donne di S.Mommè offrirono oro ed argento (bracciali, anelli e monete), perché il suono fosse più limpido.
Tratto dal libro "San Mommè una storia" di Don Antonio Turchi.
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foto 1 |
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foto 2 |
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foto 3 |
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foto 4 |
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foto 5 |
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foto 6 |
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